In base al decreto sulle società partecipate e servizi pubblici attuativo dell’art. 18 della legge delega di riforma della Pubblica Amministrazione (Decreto Madia), approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri del 20 gennaio 2016, grazie al testo unico applicato alle società di capitali, vengono individuati i criteri qualitativi e quantitativi per la razionalizzazione a regime delle cosiddette società partecipate e servizi pubblici.
Approvato in secondo esame preliminare dal consiglio dei ministri del 14 luglio 2016, il decreto sulle società partecipate contiene gran parte dei suggerimenti avanzati dalla Conferenza unificata, dal Consiglio di Stato e dalle commissioni parlamentari.
Società partecipate e servizi pubblici: cosa prevede il decreto
In base al testo sulle società partecipate, infine approvato dal Consiglio dei ministri del 10 agosto 2016 non sono consentite le società:
- prive di dipendenti o quelle che hanno un numero di dipendenti inferiore a quello degli amministratori;
- che nella media dell’ultimo triennio hanno registrato un fatturato sotto il milione di euro;
- inattive che non hanno emesso fatture nell’ultimo anno;
- che svolgono all’interno dello stesso comune o area vasta doppioni di attività;
- che negli ultimi cinque anni hanno fatto registrare quattro esercizi in perdita e quelle che svolgono attività non strettamente necessarie ai bisogni della collettività.
In base al nuovo decreto del 2016 sono consentite solo le partecipate pubbliche che svolgono le seguenti attività:
- servizi pubblici;
- opere pubbliche sulla base di un accordo di programma;
- servizi pubblici o opere pubbliche in partenariato pubblico/privato;
- servizi strumentali,
- servizi di committenza e valorizzazione del patrimonio immobiliare dell’amministrazione.
Società partecipate e servizi pubblici: il decreto correttivo
Il 9 giugno 2017 è stato emanato in via definitiva dal Consiglio dei ministri il decreto correttivo al testo del Gennaio 2016. Le principali modifiche al testo sono state:
- La possibilità per le pubbliche amministrazioni di avere partecipazioni in società che abbiano, come oggetto sociale, la produzione di energie rinnovabili;
- La possibilità per le università di poter costituire società per la gestione di aziende agricole con finalità didattiche;
- La possibilità per i presidenti delle regioni, con una delibera motivata dall’interesse pubblico, di prevedere l’esclusione parziale o totale di società a partecipazione regionale dal decreto;
Oltre a quelle elencate sono previste anche alcune modifiche per quanto riguarda la governance delle società: le stesse società a controllo pubblico possono decidere, con le giuste motivazioni e il dovuto contenimento dei costi, la costituzione di un consiglio di amministrazione (composto da 3 a 5 membri) al posto di un amministratore unico.
Riguardo il numero delle società partecipate si parla di una netta riduzione: attraverso requisiti più stringenti si arriverà ad eliminare circa 7000 società partecipate, scendendo così da 8.000 a 1.000.
Cosa cambia per i servizi pubblici
I servizi pubblici locali non ancora gestiti da privati, dovranno essere affidati attraverso gare d’appalto o società miste o gestione diretta ”in house” oppure con la gestione ”in economia” o ”mediante azienda speciale”. Il decreto prevede inoltre la possibilità che la gestione dello smaltimento dei rifiuti urbani venga affidati società di privati.
Nuove incompatibilità vengono introdotte: i componenti di organi di indirizzo politico, dirigenti e responsabili degli uffici o dei servizi pubblici locali di Comuni e Città metropolitane di vigilanza o controllo e delle stazioni appaltanti non possono avere incarichi professionali, di amministrazione o di controllo né incarichi inerenti alla gestione del servizio. I nuovi divieti valgono anche per i coniugi, parenti e degli affini entro il quarto grado di parentela dei soggetti interessati.
Infine novità anche per le tariffe: i biglietti per i trasporti e le bollette di energia e gas, dovranno tenere conto della corrispondenza tra costi e ricavi per poter garantire la copertura integrale delle spese.