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Pubblico impiego e concorsi: cosa cambia con la riforma Madia

Sono molte le novità del decreto Madia in materia di pubblica amministrazione e in ambito di pubblico impiego e concorsi: in particolare il decreto ha lo scopo di riorganizzare l’accesso al pubblico impiego stabilizzando chi è entrato con un ruolo precario e definendo nuove procedure di ingresso nelle amministrazioni.

Vediamo nel dettaglio cosa cambia nell’ambito del pubblico impiego e concorsi:

Pubblico impiego e concorsi: stabilità per i già precari

Pubblico impiego e concorsi

Secondo il decreto i precari (non solo coloro con contratto a tempo determinato ma anche co.co.co. in servizio almeno dal 28 agosto 2015), verranno stabilizzati attraverso un contratto a tempo indeterminato.
Inoltre, potranno ottenere un contratto a tempo indeterminato in qualità di lavoratori subordinati del settore pubblico tutti coloro che possiedono i seguenti requisiti (entro il 31 dicembre 2017):

  • I dipendenti pubblici assunti a tempo determinato con almeno 3 anni di servizio nella pubblica amministrazione, anche non continuativi ma negli ultimi 8 anni;
  • I lavoratori parasubordinati della pubblica amministrazione co.co.co. (o i vecchi co.co.pro.) sempre con almeno 3 anni di servizio presso una pubblica amministrazione, anche non continuativo, negli ultimi 8 anni.

La possibilità di ottenere il posto fisso resta però riservata a chi ha già lavorato presso l’ente che assume o bandisce il concorso per almeno tre anni ma il discorso cambia per la sanità e gli enti di ricerca, che non hanno tale requisito. Come nel caso delle Province, recentemente soggette a riorganizzazione, per i precari di questo tipo di enti si tiene conto dell’anzianità maturata nel contesto amministrativo di riferimento.

Anche i precari che sono entrati nella pubblica amministrazione senza selezione pubblica potranno essere stabilizzati ma previo superamento di un concorso che riserva per loro il 50% dei posti.

Pubblico impiego e concorsi: assunzione e procedure d’ingresso

In base alle modifiche del decreto al Testo unico della Pubblica Amministrazione, sono due le modalità per accedere a un ente pubblico:

  1. Attraverso procedure selettive per accertare la professionalità richiesta;
  2. Attraverso l’avviamento degli iscritti nelle liste di collocamento per le qualifiche e profili per i quali è richiesto il solo requisito della scuola dell’obbligo, facendo salvi gli eventuali ulteriori requisiti per specifiche professionalità.

Per quanto riguarda le procedure di reclutamento al pubblico impiego queste rimangono invariate e nello specifico vanno rispettati:

  • un’adeguata pubblicità della selezione e modalità di svolgimento che garantiscano l’imparzialità anche attraverso sistemi automatizzati per la preselezione;
  • l’adozione di meccanismi oggettivi e trasparenti, idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti in relazione alla posizione da ricoprire;
  • il rispetto delle pari opportunità tra lavoratrici e lavoratori;
  • il decentramento delle procedure di reclutamento;
  • la composizione di commissioni di esperti con provate competenze nelle materie di concorso che non siano componenti dell’organo di direzione politica dell’amministrazione o che non ricoprano cariche.

Pubblico impiego e concorsi: linee guida per le procedure di selezione

Pubblico impiego e concorsi

Nonostante le molteplici novità resta invariata la tassa sui concorsi, ossia il contributo per l’ammissione al concorso che non potrà superare i 10 euro. In materia di concorsi per le pubbliche amministrazioni, gli enti dovranno seguire le linee guida sullo svolgimento delle prove concorsuali e sulla valutazione dei titoli elaborate dal Dipartimento della funzione pubblica.

Le linee guida per le prove concorsuali e la valutazione dei titoli del personale sanitario, anche dirigente, vengono invece definite direttamente dal Ministero della salute. Rimangono obbligatorie le conoscenze informatiche dei candidati e la conoscenza obbligatoria di una lingua straniera, non più a scelta del candidato ma obbligatoriamente l’inglese. La conoscenza di altre lingue, previo accertamento verrà comunque valutato come requisito in più in relazione alla professionalità richiesta dall’ente