Pio La Torre

Ringraziamo Alessandro De Lisi, Direttore del Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco, che ci ha fornito questo documento e ci ha consentito di pubblicarlo sul sito della nostra Associazione

 

Pio La Torre

L’omicidio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo 

Alessandro De Lisi, Direttore Centro Studi Sociali contro le mafie – Progetto San Francesco, è nato a Palermo, vive in Lombardia, giornalista, saggista interventista, esperto di sistemi sociali complessi. Da anni è impegnato nella lotta contro la mafia e nella promozione della memoria dei protagonisti “periferici” del novecento www.progettosanfrancesco.it

 

Quadro di Gaetano Porcasi

 

AcrobatPdf-PiccolaScarica l’articolo in formato PDF

 

Via Vincenzo Li Muli

Una strada di un quartiere della classe media, impiegatizia, Le raffiche di fucili d’assalto e di alcune pistole di vario calibro non sono mai precise se sparate da una motocicletta.

In questo caso due motociclette. Sono le nove del mattino e Nino Madonia, Salvatore Cucuzza, Pino Greco e Giuseppe Lucchese affiancano la Fiat 132 del segretario siciliano del PCI, Pio La Torre. Alla guida l’amico, il compagno di scorta, Rosario Di Salvo. La Torre, colpito al volto e al tronco muore subito sulle gambe dell’amico, Di Salvo, estratta l’arma, spara alcuni colpi e muore con quattro proiettili al cuore e ai polmoni e tre in testa. Era il 30 aprile del 1982. Il giorno prima della festa dei lavoratori.

In quello stesso anno la nazionale di calcio avrebbe vinto i mondiali di Spagna, battendo la Germania Ovest 3 a 1, mentre le radio lanciavano “Vado al massimo” di Vasco Rossi e Vito Ciancimino era il rais di Palermo. Il mondo diviso in due blocchi giustificava anche in Sicilia una geografia politica di contrapposizione formale, ma sostanzialmente dialogante. Con il progetto di dialogo e di sostegno tra Berlinguer e Moro, la Sicilia rispose altrettanto con Piersanti Mattarella e Pio La Torre, facendo preoccupare le sacche di potere politico mafioso che costituivano la maggioranza nello scacchiere isolano. Eliminati i due protagonisti, oltre l’omicidio del presidente Aldo Moro, la stagione della responsabilità svanì in un ping pong di accuse e mezze verità perfettamente siciliane. Spesso si sente dire che la Sicilia è un laboratorio politico, ma sarebbe più appropriato definirla un poligono politico. Le idee di riforma sono state, prima o dopo, tutte abbattute. La Torre fu l’animatore della riforma agraria, che altro non era l’applicazione della legge Gullo per la distribuzione delle terre incolte ai braccianti. Nel 1948 l’Italia piangeva la guerra fascista e gli italiani emigravano verso moltissime altre nazioni, mentre i contadini più poveri, come i genitori di Pio La Torre, lottavano per un fazzoletto di terra. Prima fucilata. In tutta Italia la riforma agraria funziona, in Sicilia no. La terra è divisa ai contadini, ma in quote pro capite e in base alla prole, mentre i potenti, i “baruni” – alcuni divenuti comodamente comunisti o socialisti a metà – non incoraggiano certo la formazione di cooperative. Così la fame resta: il contadino può rivendere al feudo ed emigrare, o partire e basta. La Torre provò la via della cooperazione, grazie all’attivismo sindacale, ma non vi riuscì a causa dell’arresto e della detenzione. Seconda fucilata. La Torre finì in carcere perché arcinoto leader dei contadini, ma anche perché arcisolo rispetto alla pletora di dirigenti borghesi del PCI dell’epoca.

Muore Placido Rizzotto e La Torre corre a Corleone per un comizio; muore Azoti e fa lo stesso, e via così, sempre lui solo. Solo come quella volta che scrisse, da parlamentare nazionale, la legge che confiscava i danari alla mafia, che toglieva la forza ai mafiosi. Quella legge, la Rognoni-La Torre 646 del 13 settembre 1982, che ancora oggi terrorizza la mafia, arrivata dopo i colpi di mitra e pistola di via Turba. Terza fucilata. In Sicilia si muore perché si è lasciati soli, ricordava spesso Giovanni Falcone, ma anche per insufficienza morale dei tuoi stessi compagni di strada.

FacebookTwitterGoogle+Condividi

Aggiungi ai preferiti : permalink.

I commenti sono disattivati